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B M – RN Frosinone-San Mauro, le polemiche, le versioni delle società

IL COMUNICATO DELLA RN FROSINONE

R.N. Frosinone – San Mauro, ecco la verità

Mai avremmo immaginato di doverci alzare di domenica mattina e raccontare non la cronaca di una partita di pallanuoto, ma di una incresciosa rissa. E, soprattutto, di doverci difendere da un attacco mediatico mostruoso, subito poi da persone non presenti e non informate minimamente sui fatti. Il video parla chiaro, vediamo scritto ovunque. Esatto: nel video si vede e si sente tutto quello che ora, con ordine, andremo a ricapitolare. Raccontando non la nostra verità, ma la assoluta verità di quanto di brutto accaduto ieri in piscina.

Iniziamo da lontano. Lo scorso anno il San Mauro di Oreste Di Pasqua venne a Frosinone e addirittura vinse la partita, segnando il gol del 5-6 a quattro secondi dalla fine. Lì non ci fu nessuna polemica, anzi. Un comportamento corretto di una parte, porta a un comportamento corretto anche dell’altra. E ieri questo non è assolutamente avvenuto. Sentiamo e leggiamo cose assurde del tipo: “Un giocatore che ha l’adrenalina addosso si può permettere di esultare facendo e dicendo qualsiasi cosa. Il pubblico invece deve stare zitto”. Non è così: ci hanno insegnato che i primi a comportarsi in modo corretto devono essere proprio i tesserati, giocatori, dirigenti e allenatori, proprio per non fomentare episodi spiacevoli come quello di ieri.

Ma dividiamo ciò che è accaduto sugli spalti da quello che è successo sul bordovasca. Cominciamo dagli spalti: il telecronista del San Mauro, che altro non è che un genitore e quindi un fazioso, ha per tutta la partita assunto un comportamento sleale, polemico e inadatto a una persona accolta con piacere, ma che non ha neanche chiesto il permesso di registrare e trasmettere in diretta un evento in casa nostra. Detto questo, invitiamo tutti i benpensanti e gli sputa sentenze a vedersi tutta la partita, solo per ascoltare i deliri di questo signore. Culminati con degli isterismi subito dopo il gol del pareggio del San Mauro, quando il clima era sì caldo (a causa dell’esultanza da maleducato di Iaccarino, che rivolgeva insulti e gestacci non solo ai giocatori in campo, ma anche alla gente in tribuna), ma non era successo nulla e nessuno aveva subito alcuna aggressione, come invece detto ripetutamente dal signore in voce.

A questo punto, le persone posizionate vicino al cronista (per lo più donne, signore, che subiscono ora una vigliacca gogna mediatica e vengono insultate sempre dai benpensanti e dai puritani su Facebook) si permettono di dirgli di smetterla, di abbassare i toni e di non fare il cafone. Parole che si sentono chiarissime nel video. Il cronista, quindi, di tutta risposta decide di inquadrare e prendere a parole le signore che si erano permesse di interrompere il suo delirio di onnipotenza. E scaglia con violenza una bottiglietta d’acqua piena nei confronti di una di loro, tornata anche zuppa a casa per le gesta di questo educato signore. In questo momento si interrompe il video: il cronista perde per un momento i sensi, ma dall’audio non si sente partire alcun colpo. Anzi, la nostra società, da ieri all’opera per scoprire le dinamiche di questo singolo episodio per allontanare chi avesse commesso questo fatto grave, non è riuscita ancora a fare chiarezza. E, anzi, dall’ospedale, dove è poi finito purtroppo il cronista, ci dicono che il signore ha avuto un lieve svenimento per un calo di pressione, dovuto sicuramente all’agitazione del momento e al fatto che il figlio fosse tra i presenti in vasca, e non per un eventuale colpo subito.

Veniamo, invece, a quanto successo sul bordovasca. Il numero 7 del San Mauro, Iaccarino, segna all’ultimo istante il gol del pareggio. Esultando, non fa solo il gesto delle orecchie da elefante (come sottolineato in cronaca dal fazioso), ma insulta ripetutamente avversari in acqua e pubblico con epiteti come “coglioni, coglioni di merda”. Iaccarino, consapevole di aver sbagliato, verrà poi a scusarsi con il nostro capitano davanti a parte della nostra squadra, ammettendo davanti a testimoni di aver acceso lui con quel comportamento ingiurioso e sbagliato tutto ciò che è avvenuto. Ma torniamo alla ricostruzione. I giocatori del San Mauro vanno a prendere le loro borse, così come quelli del Frosinone, che poi passano davanti alla giuria e si ritrovano, verso l’unico accesso agli spogliatoi, davanti i loro avversari. Ancora una volta, un paio di giocatori del San Mauro provocano: volano parole grosse da entrambe le parti, ma ancora non c’è alcun contatto fisico.

Poi l’evento che scatena la rissa. E sottolineiamo che si tratta di rissa, non di aggressione o di caccia all’uomo: e le risse si fanno in due, quindi è da giudicare deprecabile il comportamento di entrambe le squadre e non solo di una. Il numero 8 del San Mauro, Ignazio Ciniglio, prima fa finta di portare la calma, invitando i suoi compagni ad andarsene e chiudendo di fatto le polemiche. Ma poi, come si può ben vedere dal video (provate a guardarlo con attenzione e soprattutto senza il condizionamento dell’audio delirante) è proprio Ciniglio ad aggredire alle spalle un nostro giocatore con un violento e codardo pugno. Il risultato? Tre denti rotti e quindici giorni di prognosi per il nostro giocatore e l’avvio della rissa. Ciniglio scappa e viene rincorso da un altro nostro giocatore che, sempre ben visibile dal video, gli fa il gesto di andarsene con le mani. Di tutta risposta, Ciniglio sferra un altro pugno (il cronista-cameramen distoglie per un attimo la telecamera, ma non è così bravo a nascondere l’accaduto), fortunatamente schivato dal nostro giocatore, e cade. A quel punto, come una foca, rotola vigliaccamente in acqua, per essere poi oggetto del lancio di una ciabatta da parte del giocatore a cui ha rotto, senza motivo, di spalle e dopo aver lui in primis gridato alla pace, tre denti.

Fine della storia. Nient’altro è accaduto, né sul bordovasca, né fuori la piscina, dove i ragazzi di entrambe le squadre si sono ritrovati senza nessun problema dopo essere passati negli spogliatoi, accompagnati dal nostro capitano. Sottolineiamo, tra l’altro, che su trenta tesserati presenti in vasca al momento della rissa, forse quattro sono i coinvolti, mentre gli altri venticinque, sia del Frosinone che del San Mauro, provavano in ogni modo a calmare gli animi. Quindi ci sembra esagerato ora sparare giudizi a zero su una società che da anni lavora in modo educato e corretto su un territorio in cui la pallanuoto di alto livello non era conosciuta. Allo stesso modo, ricevere sui nostri canali ufficiali Instagram e Facebook minacce di morte e insulti, da parte del pubblico napoletano e addirittura da giocatori e loro tesserati, non ci sembra una buona soluzione per mettere fine a questa storia. Magari poi, ad insultare sono le stesse persone che su Facebook fanno i perbenisti e i benpensanti riempiendosi la bocca con belle parole di sport. Chiediamo loro almeno di scegliere quale delle due linee seguire: non è carino minacciare di morte in privato per poi fare i moralisti in pubblico.

Concludiamo ricordando che il San Mauro, a contrario della Rari Nantes Frosinone, non è una società nuova a questi eventi burrascosi. Quattro anni fa a Casoria, la Zero9 Roma subì un’aggressione totale da parte del pubblico, con addirittura un dirigente dei napoletani che minacciava un giocatore romano, appena colpito in uno scontro di gioco, brandendo il palo di metallo che sostiene le bandierine. In quel caso (e non come ieri) la Zero9 uscì dalla piscina solo con l’aiuto delle forze dell’ordine, ma nessuno si indignò così tanto. Abbiamo cercato per ore il video della diretta, ma è ovviamente sparito. Allo stesso modo è andata anche al Cus Palermo due anni fa, con tanto di avvocati e tribunali impegnati per mesi. Ogni anno la stessa squadra crea gli stessi problemi, cambiano solo i dirimpettai. E ieri purtroppo siamo stati noi. I santi lasciamoli al paradiso: chi è senza peccato scagli la prima pietra. O bottiglietta.

NOTA UFFICIALE DEL PRESIDENTE

Dato il susseguirsi di polemiche, mi trovo costretto a intervenire di persona per provare a spiegare la posizione mia e della Rari Nantes Frosinone. Un po’ ovunque ho letto che nel nostro precedente comunicato c’è solo uno scarico di responsabilità e mai un’ammissione di colpe. Questo è profondamente inesatto: insieme al legale che si occuperà di questa vicenda, abbiamo tenuto subito a precisare e a raccontare la vera linea temporale degli eventi, specificando chi e quando aveva sferrato pugni. Ciò non vuol dire che da parte nostra non ci siano colpe, anzi, ma era nostra premura difenderci dalla gogna mediatica a cui tutt’ora siamo sottoposti.

Detto questo, sottolineo quanto tutto quello che è successo sia lontano dall’idea di sport mia e della nostra società, sempre corretta e MAI coinvolta precedentemente in episodi simili. La correttezza dei nostri tesserati e del nostro pubblico è risaputa: per entrambi parla la loro storia, come giocatori e come persone. Ma sabato qualcuno ha evidentemente esagerato e verrà punito. Per quanto riguarda ciò che è successo sugli spalti, una manciata di persone ha penalizzato il giudizio che ora leggo sul pubblico e sulla gente di Frosinone. Insieme alle forze dell’ordine, stiamo indagando per capire a fondo quanto accaduto in tribuna. Io ero collocato sul bordovasca e anche la digos è in cerca di riscontri certi. Senza di essi, non credo sia corretto esprimere qualsiasi tipo di giudizio. Che, in caso, sarebbe comunque severissimo.

Da grande innamorato di questo sport, quindi, mi sento in dovere di chiedere scusa a tutti gli amanti della pallanuoto, che hanno dovuto assistere a queste scene deprecabili avvenute, purtroppo, in casa nostra. Un’immagine brutta, a cui hanno dovuto assistere anche tanti ragazzi delle nostre giovanili, così come di tante altre società. Vi assicuro, inoltre, che chi ha sbagliato pagherà e severamente: non solo per le eventuali decisioni della giustizia sportiva, ma anche per mano mia. Qualcuno verrà allontanato per sempre dalla nostra piscina, altri verranno multati per il loro comportamento: certe cose non rispecchiano il modus operandi della mia società.

Da napoletano verace, invece, mi sconforta ora il comportamento che i miei concittadini stanno assumendo verso la mia società. Sui social sento gridare alla correttezza e all’educazione, ma allo stesso tempo stiamo ricevendo decine e decine di insulti, minacce di morte e altro ancora. Tutto ciò è documentato, verrà presentato alla federazione e alla polizia postale sotto forma di denuncia. Mi dispiace molto che miei conterranei ora insultino la città di Frosinone e i suoi abitanti. Da anni ci battiamo tutti con forza contro la discriminazione territoriale a cui tanti ignoranti sottopongono Napoli e i napoletani: perché adesso proprio noi facciamo lo stesso verso un’altra città che mai si è macchiata di tali episodi?

È ora di finirla, di chiudere questa storia. Il mio desiderio è che si possa al più presto tornare a parlare solo di pallanuoto giocata, senza alimentare polemiche che non fanno bene a nessuno.

Vincenzo Russo – Presidente R.N. Frosinone

Ufficio stampa R.N. Frosinone


IL COMUNICATO DELLA SAN MAURO NUOTO

Sono trascorsi alcuni giorni dagli eventi che, nostro malgrado, ci hanno visto protagonisti durante l’incontro disputatosi lo scorso sabato tra la RN Frosinone e la San Mauro Nuoto. Eventi che sono già stati oggetto di un accesso dibattito sul social media, anche in considerazione dei due comunicati stampa pubblicati dalla Società RN Frosinone.

Il primo di questi, pubblicato in data 16.02.2020 a firma dell’Ufficio Stampa della RN Frosinone, ha tentato, per di più in malo modo, di distorcere e travisare, ovviamente a proprio vantaggio, quanto realmente accaduto al termine della partita tenutasi in casa della società laziale, riversando tutta la colpa al presunto comportamento antisportivo del nostro giocatore. Nel secondo, invece, pubblicato in data 18.02.2020, il Presidente della Società RN Frosinone, Sig. Vincenzo Russo, pur riconoscendo la responsabilità dei suoi giocatori e promettendo l’adozione di severe punizioni, mai rivolge le scuse per quanto verificatosi ai nostri giocatori e alla nostra società, a riprova del fatto che l’unico intento del club laziale è unicamente quello di evitare di ammettere la verità dei fatti ed uscirne quanto più indenni possibile agli occhi del proprio pubblico, ciò a discapito dei sani principi e valori dello sport di cui si erge portatore. Valori e principi che avrebbero dovuto spingere un rappresentante della società laziale almeno ad accompagnare in ospedale il nostro gruppo. Cosa che non è accaduta. Anzi, il nostro gruppo con 5 ragazzi nati tra il 2002 e il 2005 è stato scortato dalla piscina all’ospedale dalla polizia.

Pertanto, non riteniamo opportuno commentare e\o puntualizzare ulteriormente quanto di così deprecabile avvenuto e lontano anni luce dalla nostra idea di pallanuoto, non solo per evitare la prosecuzione di inutili e non fondate polemiche, ma anche e soprattutto per l’evidenza dei fatti risultante dal video trasmesso in diretta sulla nostra pagina Facebook. Tra l’altro, la gravità di quanto verificatosi richiede un’analisi approfondita e dettagliata, che sicuramente verrà posta in essere dall’Autorità Sportiva e dall’Autorità Giudiziaria, e che in alcun modo può essere soddisfatta o risolta mediante un rapido commento a mezzo stampa.

Tuttavia, in attesa dei provvedimenti che verranno adottati dal Giudice Arbitro, ci siamo rivolti una semplice domanda alla quale abbiamo cercato, con notevole difficoltà, di dare una risposta: può un gesto non consono al contesto e al clima teso della partita, ma comunque non offensivo e né volgare o maleducato, giustificare tutto quello che è accaduto dopo?

Ci preme, comunque, sottolineare che il video è già nelle mani dei nostri avvocati e consulenti, onde poter dettagliamene ricostruire gli eventi che hanno determinato l’escalation di violenza posta in essere ai nostri danni sul piano vasca e sugli spalti, con riserva di azione nelle sedi più opportune, a tutela dei diritti e degli interessi dei nostri giocatori e della nostra Società.

 

SAN MAURO SSD