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A1 M – Il sogno non ancora spento del Bogliasco

L’obbligo di crederci fino in fondo. La voglia di compiere qualcosa di impensabile. Sensazioni che si mischiano nell’acqua della Vassallo nell’attesa di un verdetto che può spedire il Bogliasco all’inferno o regalargli un’altra settimana di speranza.

I biancazzurri si avvicinano all’ultima gara di campionato con la determinazione di chi pretende che non sia anche l’ultima della stagione. Per esaudire il desiderio serve però una missione epica, un’impresa da consegnare direttamente alla storia della pallanuoto. Battere il Catania, agganciandolo in classifica, infatti, non basterà per garantirsi l’accesso ai play-out. Bisognerà vincere con sette gol di scarto per annullare il divario accumulato nel 15-9 dell’andata. Soltanto così, diventando protagonista di un pomeriggio da leoni, il Bogliasco potrà provare a mantenere la categoria che gli compete: “Fin dal primo giorno in cui ho allenato questo gruppo – sostiene coach Daniele Magalotti  – ho avuto la convinzione di come questi ragazzi siano in grado di fare qualsiasi cosa, nel bene come nel male. Quello che ci attende è un compito difficilissimo, ma abbiamo l’obbligo di provarci fino alla fine. La spinta dei nostri incredibili tifosi, che non hanno mai mancato di starci vicino anche nelle trasferte più lontane, dev’essere la nostra arma in più. Sono sicuro che domani la Vassallo sarà una bolgia ancor più calda di quanto non lo sia stata nel resto della stagione. Spetterà a noi cercare di ricompensare a dovere chi ogni sabato ci sostiene con passione e calore, provando a regalarli qualcosa di incredibile”.

Una lotta contro il tempo e contro il tabellone attende Guidaldi e compagni. Una gara di campionato che assomiglia molto ad una di coppa, nella quale il passato avrà un peso specifico enorme sul futuro: “Purtroppo la partita d’andata, la peggiore della nostra stagione, potrebbe alla fine risultare decisiva. Quei 6 gol di distacco potrebbero fare la differenza. Ma noi non dobbiamo pensare a ciò che è stato. Dobbiamo concentrarci esclusivamente su quello che dobbiamo ancora fare, senza farci prendere dalla frenesia del risultato o del tempo che passa, cercando di superare gli inevitabili momenti di difficoltà che incontreremo in maniera il più sereno possibile. Solo così possiamo continuare a sperare”.

Bogliasco, insomma, ci crede. Pur senza illudersi. Sa che l’impresa è difficile ma l’ipotesi di riuscire a realizzarla è uno stimolo che non può lasciare spazio alla rassegnazione.

 

Bogliasco 1951