Non sarà un pomeriggio come gli altri quello che si vivrà domani alla Vassallo. E non solo per la posta in palio altissima di una gara che il Bogliasco non può permettersi di fallire.
Contro Trieste ad attendere i ragazzi di Daniele Magalotti ci sarà infatti un incrocio particolarmente denso anche dal punto di vista emotivo. Per la prima volta, almeno in campionato, il grande ex Daniele Bettini sarà seduto a bordo vasca su una panchina che non sarà quella biancazzurra: “Sarà stranissimo avercelo contro – ammette Alessandro Di Somma, uno cresciuto assieme a due fratelli e che in Bettini ne ha trovato un terzo – E’ vero che si siamo già incrociati in Coppa Italia ad inizio stagione e a Trieste nella sfida d’andata. Ma domani sarà tutta un’altra storia. La coppa è in fondo poco più di un allenamento, mentre giocare alla Bianchi non può avere lo stesso significato di rivederlo davanti nella piscina in cui hai condiviso quasi dieci di vita. Sarà senz’altro un’emozione fortissima. Ciò che più mi dispiace è arrivare a questo appuntamento non nelle condizioni mentali ideali per viverlo e gustarmelo come meriterebbe”.
Il riferimento del vice-capitano bogliaschino è ovviamente ad una situazione di classifica pessima che non lascerà a lui e compagni alternative alla vittoria: “Le occasioni che avevamo per invertire la rotta stanno finendo – avverte Di Somma – finora le abbiamo sbagliare quasi tutte ma adesso occorre capitalizzare tutte le opportunità che ci restano. Dopo Trieste avremo una serie di gare alla nostra portata e in base ai risultati che otterremo in questo mini-ciclo sapremo a quanto ammontano le nostre possibilità di salvezza. Adesso però non serve guardare troppo avanti o continuare a voltarsi indietro. L’unica nostra preoccupazione deve essere l’oggi. Dobbiamo portare questa barca
Malgrado le avversità, quindi, Di Somma è ancora convinto che seppur residue le speranze del Bogliasco non siano ancora del tutto spente: “La situazione è difficile ma fino a quando la matematica non ci condanna noi abbiamo il dovere di continuare a lottare. Credo che questo gruppo per mille motivi si meriti la salvezza ma deve prendere consapevolezza di questo aspetto. Chi ci giudica da fuori, guardando soltanto i risultati del sabato, può pensare che siamo un gruppo allo sbando, indifferente a ciò che gli accade attorno. Ma così non è. In tanti anni di agonismo devo anzi ammettere di non aver mai trovato uno spogliatoio così unito e serio, il cui unico pensiero ed obiettivo è quello di trovare le condizioni per vincere ed uscire da questa situazione. Non so se ci riusciremo. Ma sono certo che nessuno di noi mollerà un centimetro fino alla fine”.
Bogliasco 1951